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Come si formano le emozioni?


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Le emozioni sembrano automatiche, incontrollabili e naturali quindi costruite dentro di noi dalla nascita. Ma come si creano davvero le emozioni? Sono veramente universali? E possiamo prendere un po' di controllo sulle emozioni? Attraverso il lavoro della neuroscienziata Lisa Barret esplorerò e risponderò a queste domande. Quindi, se sei interessato, continua a leggere ed esplora la nuova era delle neuroscienze cognitive.


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Nella mia prima lezione di psicologia positiva, il mio professore ha spiegato le emozioni dicendo: Immagina di essere nella giungla, un luogo che non è il tuo ambiente abituale. All'improvviso vedi un serpente e subito hai paura. La prima cosa che pensi è CORRI!. ...Beh, non sarà una buona reazione, ma il punto è che la visione classica spiegherebbe che un circuito nel nostro cervello, l'amigdala, innesca la reazione del nostro corpo: il nostro cuore inizia ad accellerare, la pressione sanguigna si alza e la nostra faccia formerà un'espressione di paura.

Molti libri universitari spiegano ancora le 6 emozioni di base come forme primitive da cui derivano tutte le altre esperienze emotive, con la loro espressione facciale unica. Persone di culture diverse mostrano risposte facciali simili a stimoli emotivi, portando all'argomento che esiste una base evolutiva per la loro esistenza e che tali emozioni sono riconosciute interculturalmente dalle espressioni facciali (Davey, 2006).



Ma l'emozioni sono universali?
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Il problema principale con la visione classica è che raggruppa le emozioni in un mucchio di impronte digitali universali, ma nessuna emozione ha una singola impronta digitale nel corpo, e culture diverse hanno emozioni diverse. Ad esempio, il sorriso/risata, che è generalmente associato alla comunicazione di espressioni emotive positive, nella cultura occidentale, di felicità, è invece percepito dagli Himba semplicemente come una risata, non come un termine mentale. In altre parole, alcune culture non hanno un concetto così unificato di emozione per gli eventi che le culture occidentali percepiscono come esperienze emotive.


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In questo esperimento, al popolo Himba è stato chiesto di ordinare i volti in base alle emozioni in colonne diverse. Se le emozioni fossero universali, avrebbero dovuto dividere le emozioni in 6 colonne diverse (rabbia, paura, disgusto, felicità, tristezza e sorpresa) e invece le hanno divise in molte altre colonne. Quando il ricercatore ha chiesto di etichettare le diverse espressioni facciali, hanno identificato i volti sorridenti non come "felici" ma "sorridenti". E l'immagine in basso a sinistra come "guardare" non "spaventato". In questo caso, le persone Himba interpretano le espressioni facciali come comportamenti, non come sentimenti (Barret, 2017).


Fatto interessante, la felicità non è sempre stata associata al sorriso, infatti la parola sorriso non esiste in latino, ma è stata un'invenzione del Medioevo quando l'odontoiatria è diventata più accessibile e, inoltre, i romani non sorridevano spontaneamente quando erano felici . Come chiarisce Mary Beard (2012), ciò non implica che i romani non abbiano mai arricciato le labbra in un modo che potremmo riconoscere come un "sorriso", ma piuttosto che il concetto di "sorriso" non avesse tale significato culturale e sociale , e il "sorridere" non faceva parte della lingua romana allo stesso modo in cui lo è stato in Europa, in varie forme, per secoli.


Allora, come si formano le emozioni?


Il compito principale del nostro corpo è mantenerci in vita, e per farlo, mentre camminiamo nella giungla, i nostri sensi sono costantemente in allerta, cercando di prevedere cosa potrebbe accadere in un istante in base alle esperienze passate, quindi possiamo dedurre che l'evoluzione abbia avuto un ruolo nella creazione di tali sensazioni. Lisa Barrett (2017) descrive le emozioni come costruite inconsciamente da tre ingredienti: "bilancio corporeo, situazione attuale e previsioni da esperienze passate".



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Dicendo che le emozioni sono costruite Barret (20017) intende dire che ciò che vediamo, sentiamo, tocchiamo, gustiamo e annusiamo sono simulazioni del mondo, non reazioni ad esso. Le simulazioni sono supposizioni su ciò che sta accadendo intorno a noi, che il nostro cervello combina con esperienze precedenti per formare una previsione su ciò che potrebbe accadere. Ad esempio, guarda l'immagine qui alla tua sinistra (1.1). Se non hai mai visto questi blobs, il tuo cervello sta lavorando duramente per dare un senso all'immagine, sperimentando la "cecità esperienziale". Ora guarda l'immagine alla fine della pagina (1.2) e poi guarda di nuovo questa. Ora probabilmente vedrai un oggetto familiare e fra un anno continuerai a vedere tale immagine.


Le esperienze passate giocano un ruolo cruciale perché ti permettono di accedere al concetto mentale di "ape" nel tuo cervello. I concetti non rivelano informazioni sull'oggetto in sé, ma anche su quelli correlati, come fiori, miele, ecc. Tutte queste informazioni sono integrate nel tuo concetto di "ape", guidando la tua simulazione dell'ape in questa particolare situazione. "Ape", quindi, è una raccolta di schemi neurali che rappresentano le tue esperienze passate, e il cervello combina questi concetti costruiti per simulare il mondo che ci circonda e guidare le tue azioni in nuove situazioni.


Allora, cosa succede se il nostro cervello usa lo stesso meccanismo per dare un senso alla sensazione all'interno del nostro corpo? Potrebbe essere così che nascono le emozioni. Le emozioni, in altre parole, sono il risultato delle tue sensazioni corporee che riguardano ciò che ti circonda. "In ogni momento di veglia, il tuo cervello usa le esperienze passate, organizzate come concetti, per guidare le tue azioni e dare un significato alle tue sensazioni. Quando i concetti coinvolti sono concetti di emozione, il tuo cervello costruisce istanze di emozione".


Ma cosa succede se non ci sono minacce?

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Beh, sperimenterai un errore di previsione. Le previsioni si verificano prima che tu abbia la consapevolezza cosciente di muovere il tuo corpo, ad esempio, se ti e' mai capitato di aver scambiato un estraneo per qualcuno che conosci, il tuo cervello ha calcolati un errore di previsione ma si e' adattato al nuovo input sensoriale in un batter d'occhio. Queste previsioni sono essenziali per il nostro adattamento all'ambiente, se il nostro cervello calcola una previsione sbagliata si sta adattando nello stesso tempo alla simulazione futura di un ambiente simile.


In breve, in un nuovo ambiente, il tuo cervello afferrerà qualsiasi informazione utile dall'ambiente circostante per preparare il corpo a possibili minacce, quindi il tuo cuore sta già palpitando e stai respirando più profondamente. Pertanto, il nostro cervello è in una rappresentazione costante del movimento del corpo in relazione all'input sensoriale esterno, alcune di queste sensazioni sono sensazioni interocettive (interne) che risultano in un'istanza di emozione.


Ma se le nostre emozioni sono in realta' costruite, possiamo prenderne il controllo?

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Come accennato in precedenza, l'emozioni sono costruite da tre ingredienti principali: bilancio corporeo, esperienze passate e situazione attuale. Quindi c'è la possibilità di prendere un po' di controllo sulle tue emozioni cambiando uno dei tre ingredienti. Per esempio, se mantieni una dieta sana, fai esercizio fisico regolare e dormi a sufficienza, il tuo cervello non dovrà lottare per mantenere in equilibrio il bilancio corporeo, quindi avrà meno opportunità di creare sentimenti negativi. Un altro modo per prendere il sopravvento sulle tue emozioni è cambiare la tua situazione attuale. Ad esempio prestando attenzione ad altre cose, o cambiando completamente l'ambiente circostante, permettendo al tuo cervello di creare una nuova istanza di emozione. E infine, anche se è impossibile cambiare il tuo passato, puoi sempre modificare le tue reazioni future. Ad esempio, a volte capita di sentirsi veramente giù senza un motivo particolare e di solito le nostre reazioni sembrano inutili. Pertanto, quando cominci a sentirti in quel modo, considera tali ensazioni solo come una reazione del corpo, quindi alzati e inizio a fare esercizio (O qualsiasi cosa che puo' aiutare). Quelle sensazioni non scompaiono, ma le interpretazioni di tali emozioni cambieranno e mentre prima, alzarsi in piedi sembrava impossibile, dopo un po' di pratica diventera' una reazione automatica. Non sto dicendo che si possono curare cosi malattie gravi, ma pensare alle nostre emozioni come reazioni del corpo potrebbe aprire una nuova era di comprensione su malattie che crediamo associate solo alla nostra mente come la depressione. Il confine tra fisico e mente sono davvero labili e comprendere questo potrebbe portarci a nuove cure e prevenzioni.



Non avrei potuto spiegare un concetto vasto come lo è l'emozione in un solo articolo. Questo e' solo una piccola panoramica su come sono fatte le emozioni. Ma se vuoi saperne di più ti consiglio vivamente il libro di Barret "Come si formano le emozioni" (La vita segreta del cervello). Seriamente strabiliante.


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1.2











Reference list:


Barret, F., L. (2017). How emotions are made. New York: Houghton Mifflin Harcourt.


Beard, M. (2012). Did the Romans Laugh?. Annales. Histoire, Sciences Sociales, Vol. 67, Issue 4, 579-596.


G. Davey (2006). Encyclopaedic dictionary of psychology. Routledge.

 
 
 

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