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The representation of the world


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We assume that everything we see in front of us, from a sunset to the simple view of a door, is seen by everyone in our same position as identical. But that's not even remotely the case.

Ad esempio, i colori non esistono nell'ambiente, per essere più precisi, ciò che esiste è la luce e i colori sono riflessi di luce. Questa, ovviamente, è una delle tante teorie, ma quella che mi interessa. Paul Cezanne una volta disse che il colore è il "luogo in cui il nostro cervello e l'universo si incontrano". Cézanne era un pittore, ma esprimeva come il colore si manifesta attraverso l'interazione tra la percezione e il mondo (Thompson, 1995).


La psicologia cognitiva è una branca della psicologia interessata a indagare su come gli individui costruiscono una rappresentazione del mondo che li circonda. La percezione è un processo complesso, un'esperienza creata dalla stimolazione sensoriale, che può cambiare con l'aggiunta di informazioni. Per quanto ne sappiamo, ci sono due processi primari: uno che informa il cervello attraverso stimoli ottenuti dall'ambiente. E l'altro ha le sue radici nel cervello e influenza la nostra percezione aggiungendo la conoscenza dell'ambiente della persona.


Quando la luce incontra gli occhi, si rifrange sulla retina, dove viene selezionata, organizzata e interpretata dalla corteccia visiva del cervello. Ci sono fattori oggettivi e soggettivi che influenzano la percezione, e questi ultimi sono motivazioni o bisogni, interessi e valori, esperienze passate, età, insieme riparativo e fattori socioculturali. La cultura può influenzarci in maniera massiccia, provocando anche suggestioni, pregiudizi e distorsioni percettive (Goldstein, 2018).


Edward Sapir e il linguista Benjamin Whorf hanno proposto l'ipotesi Sapir-Whorf sostenendo che il linguaggio può influenzare la cognizione. In un esperimento di Winawer (2007) sono stati testati partecipanti di lingua inglese e di lingua russa in un compito di discriminazione di diverse forme di blu. Ai partecipanti sono stati presentati diversi quadrati di colore blu ed è stato chiesto loro di scegliere il colore che corrispondesse a quello in alto rispetto ai due in basso. I ricercatori hanno scoperto che, come previsto, la struttura di una lingua influenza l'interpretazione e la categorizzazione dell'esperienza di un madrelingua. In realtà, rispetto ai russofoni che hanno tre diverse forme di blu nella loro lingua, gli anglofoni hanno percepito molte meno forme di colore diverse.


Tuttavia.

Se lasciamo da parte come funziona la percezione e come si ottiene, possiamo vedere che nulla è come appare. Non dovremmo mai essere troppo irremovibili su ciò in cui crediamo. Dovremmo comunque cercare di ascoltare e vedere le cose da prospettive diverse e tenere sempre presente che il nostro punto di vista, è proprio questo: il nostro. Non dovremmo mai, mai giudicare un libro dalla copertina; invece dovremmo cercare di vederlo da ogni angolazione possibile e magari sotto un'altra luce, come colori, potremmo vederlo diversamente. Non come previsto.


Ogni giorno veniamo bombardati da notizie, informazioni provenienti da ciò che ci circonda che, ovviamente, riteniamo veritiere. La percezione dei colori ci insegna che da un cambiamento di luce, ombra o riflesso la nostra prospettiva potrebbe cambiare totalmente. Questo, oltre a darci uno spaccato del processo percettivo, può anche farci riflettere su come le nostre certezze non possano essere altro che inganni.



References


Thompson, E. (2003). Colour Vision: A Study in Cognitive Science and the Philosophy of Perception. Routledge: London. doi:10.4324/9780203417676


Goldstein, E. B. (2011). Cognitive psychology: Connecting mind, research, and everyday experience. Australia: Wadsworth Cengage Learning.


 
 
 

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